Ricordare Norma Cossetto anche a Reggio Emilia

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la più antica e rappresentativa associazione di esuli istriani, fiumani e dalmati, esprime al Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ed alla sua amministrazione comunale il più vivo sostegno a favore dell’ottenuto  parere favorevole da parte della Commissione Toponomastica alla mozione in richiesta dell’intitolazione di una via a Norma Cossetto.

Si tratta di un importante riconoscimento da parte della Città del Tricolore alla studentessa istriana Medaglia d’Oro al merito civile, concessa nel 2005 dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ed insignita nell’immediato dopoguerra della “laurea honoris causa alla memoria” dall’Università di Padova, ove era iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia e stava preparando la tesi di Laurea con il Prof. Concetto Marchesi, poi membro dell’Assemblea Costituente eletto nelle file del Partito Comunista Italiano.

Norma Cossetto oggi è inserita, inoltre, nell’Enciclopedia della donne perché «emblematica dei drammi e delle sofferenze delle donne d’Istria e della Venezia Giulia che, colpevoli spesso di essere mogli, madri, sorelle o figlie di persone ritenute condannabili dal regime, vennero catturate al posto dei loro congiunti, prese come ostaggi o per scontare vendette personali». Risulta davvero importante e degno di nota il constatare che sempre di più si fa strada la collaborazione fattiva delle Amministrazioni con le Associazioni degli Esuli per il riconoscimento della verità, per la pietas verso il dolore e il martirio del popolo  giuliano-dalmata e per il rispetto reciproco attraverso il confronto, il dialogo e la memoria che si fa attiva nella costruzione dei valori fondanti della collettività.

La sottrazione di questa pagina di storia all’oblio e alla strumentalizzazione ideologica non rappresenta la vittoria di una maggioranza o di una minoranza politiche e non vivifica divisioni che appartengono al passato; essa al contrario segna un solco, un cammino e una traccia di indirizzo, come è giusto e corretto che sia il ruolo delle istituzioni, attraverso la persuasione e l’esempio di un società civile e democratica. Ed è proprio nella direzione del rispetto, della fiducia e del confronto che intendiamo sottolineare, con  riconoscenza, come tale gesto della Amministrazione reggiana sia davvero un ulteriore passo in avanti nel percorso ormai più che decennale di adesione e di rispetto della memoria compiuto dalla Legge 92 del 30 marzo 2004 istitutiva del Giorno del Ricordo e a più riprese dalla Presidenza della Repubblica Italiana.

Cogliamo, infine, l’occasione per ribadire la nostra intenzione, appena la situazione pandemica lo consentirà, di organizzare in collaborazione con l’amministrazione comunale di Reggio Emilia un momento di testimonianza e di analisi storica dedicato alle tematiche che sono al centro del Giorno del Ricordo, in maniera tale da contestualizzare adeguatamente la figura di Norma Cossetto.

 

Cav. Renzo Codarin
Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia  
Via Milano, 22 – 34122 Trieste – info@anvgd.it

1600 anni di italianità adriatica nel nome di Venezia

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Per l’italianità dell’Adriatico orientale, Venezia, di cui oggi, 25 marzo 2021, festeggiamo i 1600 anni dalla fondazione, ha sempre rappresentato un punto di riferimento, l’elemento di congiunzione più genuino con la penisola italica, con la sua lingua e la sua cultura.

Sotto il motto “Pax tibi Marce Evangelista meus” inciso sulle raffigurazioni del leone di San Marco che decoravano chiese, palazzi e fortezze da Muggia a Dulcigno, passando per Capodistria e Zara, si consolidarono i rapporti tra le due sponde dell’Adriatico, non solo nel nome dei commerci e dei traffici, ma anche della circolazione artistica e culturale: così si mantennero all’interno dell’ecumene linguistico ed identitario italico le popolazioni italofone dell’Adriatico orientale.

Venezia fu Serenissima nel dare pace, prosperità e autonomia ai Comuni istriani e dalmati che facevano atto di dedizione; fu concorrente nei traffici verso l’entroterra balcanico di Ragusa di Dalmazia, la quinta Repubblica marinara italiana; fu Dominante quando le sue navi da guerra fronteggiavano i turchi dopo aver caricato le artiglierie all’arsenale di Pola ed il gonfalone a Perasto, nella Dalmazia montenegrina.

“Ti con nu, nu con ti” dissero i notabili di Perasto allorché, in seguito al mercanteggiamento napoleonico che tanto afflisse Ugo Foscolo ed il suo alter ego letterario Jacopo Hortis, la Repubblica di Venezia perse la sua indipendenza e a loro toccò l’ingrato compito di seppellire sotto l’altare maggiore quel glorioso gonfalone che da secoli orgogliosamente custodivano.

Venezia sarebbe poi stata capofila delle insurrezioni nel 1848, allorché sotto il rinato vessillo marciano arricchito del Tricolore accorsero volontari istriani e dalmati, i quali non avrebbero fatto mancare il loro contributo nelle successive guerre risorgimentali che avrebbero infine condotto all’annessione delle terre irredente dopo la Grande Guerra.

Il capoluogo veneto sarebbe diventato il punto d’approdo dopo la Seconda Guerra mondiale per i pescatori istriani in fuga dal regime comunista jugoslavo e per la motonave Toscana, dedita a far esodare la quasi totalità della popolazione di Pola, ma tutta la regione si sarebbe rivelata particolarmente ospitale nei confronti delle migliaia di istriani, fiumani e dalmati accolti nei Centri Raccolta Profughi e quindi nei Villaggi Giuliano-dalmati.

Ancora oggi Venezia guarda con attenzione e premura all’Istria e alla Dalmazia avendo promulgato, ancor prima dell’istituzione del Giorno del Ricordo, una legge finalizzata al recupero ed alla salvaguardia del patrimonio architettonico di foggia veneziana dopo l’implosione della Jugoslavia.

Celebrare 1600 anni dalla nascita di Venezia significa perciò ricordare anche la plurisecolare appartenenza dell’italianità autoctona dell’Adriatico orientale alla comunità nazionale italiana.

 

Renzo Codarin

Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia  

Amarezza per le polemiche contro Norma Cossetto a Monfalcone 


Si dichiarano sorpresi e amareggiati dalle polemiche, nate a seguito della proposta di dedicare a Monfalcone (in provincia di Gorizia) una rosa a Norma Cossetto sulla gradinata del porticciolo “Nazario Sauro”, gli esuli aderenti all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la più rappresentativa delle Associazioni degli esuli dall’Istria, Fiume e Dalmazia, che raccoglie migliaia di iscritti, tra esuli e loro discendenti.
Sorpresi perché, dopo tanti decenni, qualcuno si dimostra ancorato a pregiudizi che sembrano perpetuare la propaganda comunista del secolo scorso quando – come ricorda anche lo storico Raul Pupo – la storiografia di sinistra riproponeva pedissequamente e in maniera acritica l’interpretazione jugoslava, quella del regime di Tito: era un dogma indiscutibile il fatto che tutta la colpa delle violenze interetniche era da attribuire al fascismo, che i crimini da parte jugoslava erano soltanto la conseguenza di quelli italiani, e che il nazionalismo italiano era da condannare, mentre quello sloveno e croato era nazionalismo positivo, in quanto funzionale alla liberazione dei popoli.
Per decenni si è tenuta nascosta la scomoda – almeno per qualcuno – verità, che sta riemergendo anche dalle oltre 600 fosse comuni ritrovate dalla Commissione costituita dal governo della Repubblica di Slovenia, dove giacciono senza nome 90 mila vittime di diversa nazionalità, assassinate in quanto possibili ostacoli per il regime che Tito stava instaurando.
Oggi nessuno nega le colpe del fascismo e il valore dei partigiani che hanno combattuto per la libertà dal nazifascismo, ma qualcuno giustifica i crimini commessi da una parte di loro in nome di una epurazione preventiva nei confronti di veri, potenziali o presunti oppositori del regime comunista, che mirava all’annessione al nuovo Stato jugoslavo di tutte le terre fino al Tagliamento.
Nell’Europa comune di oggi, è il momento di andare avanti : il Parlamento europeo nella risoluzione approvata il 19 settembre 2019   “condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari’’.
L’intitolazione ad una giovane donna insignita della Medaglia d’oro dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, per aver dato “Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio” dopo essere stata lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba”  come è avvenuto in decine di città italiane, non nega certo spazio alle vittime del fascismo, ma riconosce il diritto a tutte le vittime, di tutti i regimi, di essere ricordate.
Siamo quindi amareggiati nel leggere le parole di chi cerca di alimentare polemiche, e che invece di ripudiare ogni violenza, senza se e senza ma, cerca ancora una volta di giustificare ciò che non può e non deve esserlo, mai : Norma, sequestrata, seviziata e assassinata, finì vittima di quell’odio “che era insieme ideologico, etnico e sociale”, come ha affermato a proposito delle altre migliaia di vittime il Presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso del 10 febbraio 2019.
Fu, secondo il Presidente, ‘’Un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente’’, e innocente era Norma, giovane e brillante studentessa ventitreenne, assurta a simbolo delle vittime delle violenze perpetrate nei confronti degli italiani nel corso della prima ondata, quella del ’43.
Non si comprende, pertanto, chi cerca ancora di giustificare la sua barbara uccisione,  tenta di infangarne la memoria e rifiuta l’idea che la sua morte possa essere ricordata con un fiore….

Maria Grazia Ziberna
Presidente del comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Gorizia

Passaggio Alvarez, 8 – 34170 Gorizia – anvgd.gorizia@libero.it

 

Alida Valli

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "MADRE XAL Venerdì5 marzo ore 17 Presentazione del film ALIDA di Mimmo Verdesca diretta sulla pagina Facebook del circuito cinema Venezia https:/ https://www.facebook.com/ facebook. circuitocinemavenezia/ Intervengono Mimmo Verdesca Marco Caberlotto Olido Pierpaolo De Mejo - Alessandro Cuk Ermelinda Damiano"
INCONTRO PER IL CENTENARIO DI ALIDA VALLI
In occasione delle iniziative del Giorno del Ricordo 2021, venerdì 5 marzo alle ore 17, in diretta streaming dalla sua pagina Facebook il Circuito Cinema Venezia presenterà il film Alida di Mimmo Verdesca, dedicato alla grande attrice Alida Valli.
Saranno presenti il regista Mimmo Verdesca, il produttore della Kublai Film Marco Caberlotto, l’attore Pierpaolo De Mejo nonché nipote di Alida Valli, Alessandro Cuk, presidente dell’ANVGD Venezia ed Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio Comunale di Venezia. L’evento è realizzato in collaborazione con il Comitato di Venezia dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia e del CINIT Cineforum Italiano.
Alida di Mimmo Verdesca racconta attraverso la voce di Giovanna Mezzogiorno la storia della leggendaria Alida Valli, attraverso le parole inedite dei suoi scritti privati, arricchendola di preziosi materiali d’archivio e testimonianze esclusive. Il documentario, selezionato a Cannes Classics 2020 e alla Festa del Cinema di Roma 2020, mette in scena un quadro completo della vita di una giovane e bellissima ragazza di Pola che diventò in breve tempo una delle attrici più famose e amate della Storia del cinema e che, nel 2021, compirà 100 anni.
Oltre alla voce narrante di Giovanna Mezzogiorno, nel film incontriamo, tra gli altri, Dario Argento, Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Carla Gravina, Felice Laudadio, Charlotte Rampling, Vanessa Redgrave, Margarethe von Trotta.
Nelle note di regia Mimmo Verdesca scrive: “La novità e l’originalità di Alida è il punto di vista: quello di Alida stessa che diventa l’io narrante del mio film, il primo mai realizzato su di lei, attraverso le parole inedite dei suoi scritti privati, preziosi archivi e testimonianze esclusive. La sfida è stata raccontare la donna dietro il personaggio, per svelare l’essenza e conoscere il volto più sincero di Alida Valli, una della più grandi e iconiche attrici della Storia del cinema”.

L’italianità adriatica si riunisce per il giorno del ricordo

L’ITALIANITA’ ADRIATICA SI RIUNISCE PER IL GIORNO DEL RICORDO
Storico incontro, in via telematica, dei vertici delle associazioni della diaspora adriatica con i rappresentanti della comunità italiana nella ex Jugoslavia per celebrare assieme il Giorno del Ricordo. L’evento congiunto, dal titolo “New generation, dal passato al futuro condiviso”, si è tenuto nel pomeriggio di mercoledì 10 febbraio, sulla piattaforma Zoom. Un momento che ha visto intrecciarsi molti interventi, sia da parte di rappresentanti delle istituzioni che degli intellettuali.
Ad aprire il dibattito è stato Pierfrancesco Sacco, ambasciatore italiano in Croazia, che ha sottolineato come «fra Italia e il Paese balcanico sta prendendo corpo una zona economica esclusiva in seno al mare Adriatico, a dimostrazione del destino comune da costruire giorno dopo giorno».
L’assessore della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, si è rifatto alle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando come quello delle foibe e dell’esodo sia «un tema che scuote le coscienze, mentre è ancora da costruire una memoria collettiva dei popoli che insieme hanno vissuto questi drammi».
Spettatore interessato il deputato al parlamento croato e vicepresidente del Sabor di Zagabria, Furio Radin. «Sono convinto da sempre che esuli e rimasti siano un popolo unico, cacciato o comunque vittima di una tragedia comune. Con grande fatica negli anni siamo riusciti ad affermare i nostri diritti e ad essere compresi in Italia da chi se n’era andato. Anche per noi c’è grande emozione per questo giorno del ricordo, sentito da noi rimasti, quanto da chi dovette andarsene. Chi se ne andò non ebbe la forza di rimanere – ha ricordato Radin – e chi è rimasto non ebbe la forza di andarsene in Italia».

«Le foibe e l’esodo rappresentano vicende che influenzano ancora le nostre vite – ha ricordato Raul Marsetic del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno -. Noi siamo qua per ricordare l’esodo e il radicale cambio della composizione etnica delle nostre terre. Il rigore scientifico dello storico sono la migliore risposta per chi vuole sminuire questi fatti».
«C’è una grande parte di lavoro che riguarda le ricerche di archivio, su cui ci sono ampi spazi di collaborazione tra Unione e FederEsuli. L’obiettivo è quello di avere una ricostruzione comune quanto più oggettiva di quanto è stato – ha spiegato il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul -. È necessario far conoscere alle nuove generazioni i drammi che hanno lacerato queste terre, attraverso una narrazione condivisa. Esistono ancora troppe realtà che tramandano una storia che non è quella realmente accaduta».
Sulla stessa scia le parole del presidente dell’Anvgd Renzo Codarin, che ha sottolineato come «Unione e FederEsuli stanno collaborando con il Ministero dell’Istruzione per fare in modo che nei testi scolastici sia approfondita la conoscenza di quelle vicende. La volontà per il futuro – ha concluso Codarin – è quella di coinvolgere anche i ministeri di Slovenia e di Croazia».
Durante l’incontro, durato circa un’ora e mezza, c’è stato inoltre spazio per alcuni approfondimenti sul tema, presentanti dalla ricercatrice del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Orietta Moscarda e dalla giornalista di Avvenire, Lucia Bellaspiga. «Le foibe non furono pulizia etnica, anche se ad essere colpita fu in larga parte la componente italiana – ha ricordato la giornalista di origine istriana – me lo hanno raccontato le tante storie che ho raccolto come giornalista e non come figlia di esuli. C’è stata poi la componente ideologica e quella biecamente economica – ha sottolineato la Bellaspiga -. Quel che ci si dimentica troppo spesso, tuttavia, è che siamo stati l’unica zona d’Italia che non ha vissuto la Liberazione».
Andrea Altin

L’ultima testimone

Mercoledì 3 marzo ore 17 diretta
sulla pagina facebook ANVGD Venezia (

https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530/

)

Presentazione del libro “L’ultima testimone” di Cristina Gregorin, menzione speciale dalla giuria del Premio Calvino.
Una pagina poco conosciuta della seconda guerra mondiale
«Cercate Francesca perché solo lei conosce la verità.»
Sono le ultime parole di un uomo anziano che sta morendo. Una frase semplice, ma capace di stravolgere la routine che la donna si è costruita con difficoltà negli anni. Una routine in cui non c’è spazio per il passato. Ma troppe domande attendono da tempo una risposta e ora la costringono a tornare a Trieste. In quella città, quando era solo una ragazzina, ha assistito a qualcosa che ha cercato con tutte le forze di dimenticare. Qualcosa che ha a che fare con gli amici di sua nonna, i loro misteriosi contatti e un passato oscuro legato a vicende della seconda guerra mondiale: soldati di opposte fazioni, delazioni, vendette in una città sospesa tra frontiere contese e destini incerti. Uomini che hanno combattuto nella Resistenza, cercando di fermare il nemico, con qualunque nome o divisa si presentasse, e hanno insegnato a Francesca a non fidarsi di nessuno. Ma combattere fino in fondo per i propri ideali significa fare scelte che cambiano il futuro. Scelte che hanno un prezzo. Scelte che portano con sé segreti, per i quali non dovrebbero esserci testimoni. Ora tutto ricade su Francesca. Perché qualcuno l’ha chiamata a ricordare. Perché la storia più sembra lontana più è a un passo.
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La stanza di Piera

Venerdì 26 febbraio 2021 alle ore 17 diretta Facebook sulla pagina ANVGD Venezia

https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530/

e sul canale Youtube ANVGD Venezia https://www.youtube.com/channel/UC3c23mmTUcnpvshSWQ_nqYw .

“La stanza di Piera” è un romanzo storico, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. L’Istria, prima e immediatamente dopo il 1943, fa da palcoscenico principale alle vite di coloro che hanno risposto alla dominazione italiana, tedesca e jugoslava con la paura, lo spaesamento, il dolore, la speranza, la gioia, la tolleranza, l’accettazione ideologica e l’odio etnico. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, Mirna Battistella e Libero Martini incrociano le loro vite, nel dramma del genocidio delle foibe. Piera Leoni è un’istriana che vive a Fianona, paese affacciato sul golfo del Quarnero. Mantenendo una vita scandita dalle abitudini, sembra impermeabile ai fatti della Storia. Il suo impegno principale, cucire rose di stoffa, si svolge all’interno della sua stanza. Libero è un giovane idealista cresciuto ad Albona, che si arruola nelle file partigiane con il nome di battaglia il Sordo. Nel settembre del ’43 incontra Piera e sarà fra quelli che la condurranno al castello di Pisino, sede del quartier generale dei partigiani di Tito, dove sarà processata quale nemica del popolo. La vita del partigiano sarà sconvolta dalla scelta inaudita compiuta dalla donna. Sessant’anni dopo, l’uomo scrive le sue memorie. In queste c’è anche la storia di Piera. Il romanzo si basa su fatti e personaggi reali.
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La costituzione secondo D’Annunzio

24 febbraio 17.00 Presentazione del libro La costituzione secondo D’Annunzio di Giuseppe de Vergottini – Una collaborazione tra Ateneo Veneto e ANVGD Venezia Intervengono: Giuseppe de Vergottini (Autore del volume e Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati), Stefano Bruno Galli (Assessore alla Cultura e all’Autonomia della Regione Lombardia), Davide Rossi (Università degli Studi di Trieste), Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice), Ilaria Rocchi (Giornalista La voce del Popolo). Introduce: Alessandro Cuk (Presidente ANVGD Venezia). Coordina Silvia Zanlorenzi (Università degli Studi di Padova). Conferenza online sul Canale YouTube dell’Ateneo Veneto
Ateneo Veneto- Giorno del Ricordo 2021 - La Costituzione secondo D'Annunzio

Mappatura in rete dei luoghi della memoria a Venezia

24 febbraio 18.00 I luoghi dell’esodo giuliano dalmata a Venezia: una mappatura interattiva – Presentazione online del progetto, avviato da Iveser e ANVGD Venezia, per la mappatura in rete e interattiva dei luoghi che a Venezia conservano memoria dell’esodo. Intervengono Marco Borghi (Iveser), Alessandro Cuk (ANVGD Venezia). Coordina Giovanni Sbordone (Iveser). Diretta streaming sul canale YouTube dell’Iveser (https://www.youtube.com/user/IveserVenezia)

Iveser Venezia - YouTube