Che tristezza il boicottaggio di “Rosso Istria”. Ma non è una novità

Lettera inviata da Luciano Toncetti al “IL GIOR- NALE” e pubblicata il 24/11/2018.

Come esule istriano, sono profondamente amareggiato e deluso per il vergognoso trattamento che il film Rosso Istria sta subendo, dopo la presentazione dello stesso alla Mostra del cinema di Venezia, dove ha suscitato interesse e curiosità. Oggi lo stesso, trova difficoltà in gran parte d’Italia nell’esser proiettato, per la reticenza dei titolari delle sale cinematografiche, timorosi di subire ritorsioni e danni da parte di frange di una certa parte politica, che ancora dopo 70 anni non si rassegna alle sentenze decretare dalla Storia. Ma ciò che fa più male, è il silenzio della nostra tanto decantata democrazia, impersonata dalle TV, da autorevoli giornalisti, da politici, nonché da personaggi dei Salotti bene. Pertanto, se questa è la risposta al Niet dei nostalgici nostrani pro Tito, pos- siamo affermare che la Giornata del Ricordo celebrata a livello nazionale il 10 di febbraio, mi spiace di cuore constatarlo, (vista la situazione), ma è pura e semplice ipocrisia, in quanto la si celebra perché obbligati da una legge di Stato. Tutto ciò è vergognoso e umiliante per la Gente giuliano-dalmata, che per restare orgogliosamente e ferventemente italiana, volontariamente ha perduto tutto, salvo l’onore e la dignità. Ringrazio per l’attenzione.

Luciano Toncetti

(Venezia  Mestre)

Risponde il giornalista Matteo Sacchi:
Gentile Toncetti, che dirle? La politica, dopo mille ritardi è arrivata ad istituire, nel 2004, il Giorno del Ricordo. Persino per arrivare all’istituzione di questo presidio minimo della memoria è stato necessario un processo lungo e accidentato (vennero presentate proposte di legge senza esito nel 1995, nel 1996 e nel 2000). Che il ricordare le vittime italiane della brutalità titina fosse ancora difficile lo hanno dimostrato le contro manifestazioni messe in scena, già nel 2005, da alcune organizzazioni di estrema sinistra e le rea- zioni scomposte al discorso del Presidente Napolitano (non certo accusabile di accondiscendenze al fascismo) nel 2007. Alcune frasi di Napolitano difficil- mente contestabili -«Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo… e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica»- scatenarono un pandemonio. Il presidente della Croazia Stipe Mesich, definì il discorso razzi- sta, revisionista e revanscista.

E questa è solo la punta dell’iceberg. Negli anni in molte località italiane si sono verificate decine di atti di vandalismo contro vari simboli dell’esodo e delle foibe, spesso proprio in prossimità delle celebrazioni del 10 febbraio. Anche la Casa del Ricordo di Roma è stata presa di mira ed imbrattata dai vandali. E si ricorda lo spettacolo di Simone Cristicchi? Cristicchi in Magazzino 18 ha cercato di mettere in scena il dramma dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia. Un percorso tutto poetico e struggente a partire dagli og- getti che queste persone sono state costrette ad abbandonare. Un Musical senza un’ombra di politica. Cristicchi è stato perseguitato dai duri e puri del ne- gazionismo. Prima una raccolta di firme per far e- spellere Cristicchi dall’Anpi poi spettacoli interrotti, come a Scandicci, dove il palco è stato invaso dai centri sociali. Le difficoltà di Rosso Istria quindi non possono stupire. Però teniamocelo stretto il Giorno del Ricordo, sarà istituzionale e obbligatorio ma è la pietra angolare su cui poggiarsi per cambiare le cose.

Matteo Sacchi